Lupus Eritematoso Discoide

Lupus Eritematoso Discoide

Il lupus eritematoso discoide (DLE) è una condizione infiammatoria cronica che colpisce la pelle e la mucosa orale. Il DLE è la variante più comune del lupus cutaneo cronico e comprende l’80% dei casi. La fisiopatologia della malattia è complessa e coinvolge molteplici fattori tra cui la genetica, i fattori ambientali e il sistema immunitario innato e adattativo. I fattori scatenanti ambientali più comuni per il DLE includono l’irradiazione UV, i farmaci, la radioterapia e il fumo.

Epidemiologia

  • La prevalenza di DLE varia da 9 a 70 casi per 100.000 abitanti.
  • L’incidenza del DLE è 3-5 volte maggiore nei gruppi etnici asiatici e neri rispetto ai gruppi etnici bianchi
  • Prevalentemente colpisce le donne con un rapporto femmine-maschio di 3:1.
  • Molti sviluppano il quadro patologico tra i 20 e i 40 anni di età.
  • Le lesioni orale sono presenti in circa il 20% dei pazienti affetti da DLE.
  • La presenza di lesioni orali in pazienti con DLE in assenza di interessamento cutaneo è molto raro, rappresentato solo dal 10% di casi.

Presentazione clinica

  • La presentazione più comune del lupus cutaneo cronico è il DLE, che può presentarsi come tipo localizzato (80%) con lesioni che si presentano sul viso, sulle orecchie e sul cuoio capelluto.
  • Il DLE disseminato (20% dei casi) si presenta con lesioni sopra e sotto il collo ed è associato ad un aumentato rischio di progressione al lupus eritematoso sistemico.

Lesioni cutanee:

  • Nel DLE le lesioni cutanee sulle aree esposte al sole del viso e del collo si presenta con eritema anulare e ipercheratosi follicolare. È stata descritta una caratteristica placca con motivo a farfalla sopra l’area malare del viso e il ponte del naso.
  • Le lesioni cutanee possono essere accompagnate da prurito o sensazione di bruciore.
  • Con il progredire delle lesioni cutanee, si verificano atrofia centrale, cicatrici, teleangectasie e ipopigmentazione. Si verifica anche alopecia cicatriziale irreversibile sul cuoio capelluto

Lesioni orali:

  • Le lesioni orali si verificano in circa il 20% dei casi e colpiscono tipicamente le labbra, il palato duro e la mucosa buccale
  • Le lesioni del DLE orali sono caratterizzate dalla presenza di eritema centrale o ulcerazione circondata da papule ipercheratosiche o strie radianti e teleangectasie periferiche (Figure 1 e 2). L’aspetto “a nido d’ape” si verifica nelle lesioni di lunga data.
  • Lesioni mucose possono verificarsi senza coinvolgimento della pelle o prima dello sviluppo di lesioni cutanee. Le lesioni delle labbra possono diffondersi fino a coinvolgere la pelle adiacente, oscurando il bordo vermiglio.
  • Può essere presente anche gengivite desquamativa che interessa la gengiva inferiore e/o superiore.
  • Con la guarigione, le lesioni erosive possono lasciare la pigmentazione post-infiammatoria.
  • I sintomi più comuni di DLE includono una sensazione di bruciore, fotosensibilità, secchezza, sensibilità e dolore, ma le lesioni possono essere asintomatiche.
 Figura 1: Lesione labiale in DLE che presenta atrofia centrale circondata da strie ipercheratosiche radianti (per gentile concessione del professor Ivan Alajbeg)
Figura 1: Lesione labiale in DLE che presenta atrofia centrale circondata da strie ipercheratosiche radianti (per gentile concessione del professor Ivan Alajbeg)
Figura 2: Lesione della mucosa orale del DLE che si presenta con atrofia centrale ed erosione circondata da strie ipercheratosiche radianti (per gentile concessione del professor Ivan Alajbeg)
Figura 2: Lesione della mucosa orale del DLE che si presenta con atrofia centrale ed erosione circondata da strie ipercheratosiche radianti (per gentile concessione del professor Ivan Alajbeg)
  • I pazienti con DLE hanno un rischio maggiore di cancro, compreso il cancro della pelle non melanoma e il cancro orale, rispetto alla popolazione generale
  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il DLE come un disturbo orale potenzialmente maligno sebbene la trasformazione maligna sia rara.
  • Più comunemente, la trasformazione maligna si verifica nelle lesioni del DLE localizzate al bordo vermiglio del labbro, con il labbro inferiore più spesso colpito.
  • L’esposizione a lungo termine alla luce ultravioletta, le cicatrici croniche, l’infezione da HPV e la terapia immunosoppressiva a lungo termine possono essere fattori predisponenti per lo sviluppo di SCC. La durata media dall’inizio del DLE allo sviluppo del cancro del labbro è più breve rispetto ai tumori originati da lesioni DLE in altri siti (10-13 anni vs. 19-26 anni).
  • I tumori correlati al DLE sono più aggressivi e hanno un potenziale metastatico più elevato (10-25%), tassi di recidiva (27-29%) e mortalità (19,4%) rispetto ai tumori non correlati al DLE (20%, 0,5-6% e 1 %, rispettivamente)

Diagnosi differenziali

La diagnosi differenziale delle lesioni orali di DLE comprendeno il lichen planus orale (OLP), le lesioni lichenoidi, la leucoplachia orale e la cheilite attinica (quando è colpito il labbro inferiore).

Nel caso del Lichen Planes Orale, le lesioni sono più diffuse e distribuite in modo più simmetrico e il pattern reticolare è più pronunciato a differenza delle lesioni orali da DLE.

Le lesioni lichenoidi si presentano come strie bianche nei siti direttamente a contatto con il restauro dell’amalgama. Dopo la rimozione del restauro, la lesione migliora o si risolve.

La leucoplachia orale non mostra un pattern radiale di strie ipercheratosiche e non si presenta con atrofia centrale.

La cheilite attinica di solito coinvolge il labbro inferiore e si presenta con croste e senza formazione di strie.

Diagnosi

  • La diagnosi di DLE può essere difficile alla luce delle somiglianze con il lichen planus orale in istopatologia.
  • I reperti istologici del DLE orale includono ipercheratosi con spine cheratosiche, atrofia delle creste della rete, degenerazione idropica dello strato di cellule basali, mucosite dell’interfaccia con infiltrato linfocitario perivascolare superficiale o profondo, edema nella lamina propria e ispessimento PAS positivo delle pareti dei vasi sanguigni (Figura 3).
Figura 3: Istologia del DLE, che si presenta con epitelio squamoso stratificato ipercheratosico, acantotico, zona libera da cellule iuxtaepiteliali e vasodilatazione ed edema nel tessuto connettivo (colorazione H ed E, 450 ×) (immagine riprodotta da Lallas et al, 2013 11).
Figura 3: Istologia del DLE, che si presenta con epitelio squamoso stratificato ipercheratosico, acantotico, zona libera da cellule iuxtaepiteliali e vasodilatazione ed edema nel tessuto connettivo (colorazione H ed E, 450 ×) (immagine riprodotta da Lallas et al, 2013 11).
  • L’immunofluorescenza diretta (DIF) può essere utile per ulteriori analisi. Le lesioni da DLE dimostrano una deposizione lineare o granulare di IgM, IgG e complemento 3 (C3) nella zona della membrana basale, la “banda del lupus” (Figura 4).
  • Contrariamente al DLE, i depositi di fibrinogeno possono essere trovati nel 90-100% dei pazienti con il quadro di Lichen planus Orale lungo la membrana basale. A causa della marcata differenza nei risultati del DIF tra DLE e il lichen planus orale, molti autori ritengono che il DIF dovrebbe far parte dello standard diagnostico quando è sospetto un quadro di Lupus Eritematoso Discoidi.
Figura 4: Immunofluorescenza diretta (DIF) di DLE che mostra il deposito di IgM in uno schema granulare lineare nella zona della membrana basale (banda del lupus) (immagine riprodotta da Bhushan et al, 2017 (28)).
Figura 4: Immunofluorescenza diretta (DIF) di DLE che mostra il deposito di IgM in uno schema granulare lineare nella zona della membrana basale (banda del lupus) (immagine riprodotta da Bhushan et al, 2017 (28)).
  • Anomalie sierologiche ed ematologiche possono essere rilevate nei pazienti con DLE. In alcuni casi, la velocità di eritrosedimentazione può essere elevata. Circa il 20% dei pazienti ha anticorpi antinucleari (ANA) positivi e fino al 20% ha autoanticorpi SS-A. Gli autoanticorpi anti-Sm, solitamente osservati nel lupus eritematoso sistemico, possono verificarsi nel 5-20% dei pazienti con DLE.

Gestione

  • I pazienti devono essere informati della possibilità di progressione verso una malattia sistemica. Il rischio di progressione da DLE a SLE è del 16,7% entro 3 anni dalla diagnosi e del 17% entro 8 anni dalla diagnosi. Le misure preventive includono evitare l’esposizione ai raggi UV e smettere di fumare.
  • Esistono alcune evidenze circa l’utilizzo della crema topica di fluocinonide, idrossiclorochina sistemica e acitretina in pazienti con DLE che colpisce la pelle, mentre le prove per la gestione del DLE orale sono scarse.

Lesioni orali localizzate:

  • Il trattamento topico è di prima linea. I corticosteroidi topici (triamcinolone acetonide, betametasone valerato, clobetasolo diproprionato, idrocortisone, fluocinolone acetonide) sono il cardine della terapia.
  • Possono essere utilizzati anche inibitori della calcineurina (tacrolimus, pimecrolimus).
  • L’iniezione intralesionale di corticosteroidi (triamcinolone acetonide) è utile per le lesioni individuali.

Lesioni recalcitranti o malattia diffusa

  • Spesso è necessaria una terapia sistemica, ad esempio gli antimalarici (idrossiclorochina, clorochina e chinacrina) da soli o in combinazione con corticosteroidi sistemici sono usati come farmaci sistemici di prima linea.
  • Nei casi più gravi, immunomodulatori (dapsone, talidomide, lenalidomide) e/o retinoidi orali (acitretina, isotretinoina, alitretinoina) e/o immunosoppressori (metotrexato, azatioprina, ciclofosfamide, micofenolato mofetile, micofenolato sodico, ciclosporina).
  • Gli agenti biologici (rituximab, belimumab) sono usati nei casi più gravi.

I pazienti con DLE devono essere monitorati a intervalli regolari. La risposta alla terapia varia da paziente a paziente, variando da poche settimane a mesi. Ciascun paziente deve essere gestito caso per caso ai fini del controllo dei sintomi e della sorveglianza di potenziali trasformazioni maligne.

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